La tradizione storica e popolare individua nell'insieme delle strutture ancora oggi evidenti all'interno del Parco Aymerich, i resti del castello medioevale di Laconi.
Lo studio delle stratigrafie murarie ha consentito di rilevare l'opera di maestranze che lavorarono in tempi e modi differenti. L'analisi denota la presenza di un corpo più antico rispetto agli altri, un edificio a pianta rettangolare, forse una torre, attraversato da un passaggio monumentale con volta a botte, preceduto da un ingresso ad arco a tutto sesto che in origine immetteva in un'ampia corte. Sul lato destro del passaggio è murata un’epigrafe su più conci, che cita la presenza di una porta e indica una data: 1053. L'iscrizione, pur essendo chiara nel testo, presenta difficoltà interpretative, sia epigrafiche che archeologiche; non è escluso che in origine fosse in un'altra sede, qui posta in opera quale materiale da costruzione.
I caratteri salienti di questa architettura l'avvicinano ad altre simili restituiteci dalla prolifica arte fortificatoria romanica. Il contesto cronologico di riferimento è prossimo, viste le vicende storiche in cui si inserisce, agli inizi del XIII secolo. Adiacente alla porta esposta a sud-ovest, sorge il palazzo vero e proprio, un corpo murario nobile, residenza dei Signori del feudo di Laconi fino alla prima metà dell'800, impreziosito da porte e finestre con eleganti cornici gotico-catalane. Di notevole interesse è anche il porticato che precede un vano rettangolare, lungo circa 35 m, diviso in diversi ambienti e aperto sull'ampia corte.